sabato 1 ottobre 2011

Intervista a Maria Rosaria Capuozzo

La signora Maria Rosaria Capuozzo lavorava nel 1975 presso la clinica "Villa del Pino" (al corso Vittorio Emanuele, Napoli), nella quale era impiegata Gemma Cenname, la moglie di Domenico Santangelo e la matrigna di Angela. L'ho contattata e le ho chiesto se era disponibile a rilasciarmi una breve intervista. La signora è stata molto cortese e mi ha risposto di si. Di seguito riporto quanto mi ha gentilmente detto nel corso del nostro colloquio.

Buongiorno signora Capuozzo, la ringrazio molto per aver deciso di rilasciarmi alcune dichiarazioni sulla signora Cenname.

Buongiorno a lei, si immagini.

Come ebbe modo di conoscere la signora Gemma Cenname?

La conobbi perchè negli anni '70 lavoravo presso l'ufficio amministrazione della clinica "Villa del Pino". In questa clinica la signora Cenname svolgeva la professione di ostetrica.

La vedeva spesso all'interno della clinica?

In genere la incontravo quando si recava nel mio ufficio.

Avevate mai avuto modo o occasione di parlare di cose personali che la riguardavano? ad esempio confidenze fatte da lei sui suoi rapporti familiari (*i suoi rapporti con il marito Domenico e con la figliastra Angela; n.d.r.)?

Ricordo di no, anche perchè era una persona molto riservata. Posso dirle comunque che la signora Cenname era molto felice quando si sposò (*con Domenico Santangelo, il 28 ottobre 1974; n.d.r.). Ricordo soprattutto questo: la felicità che lei manifestò al momento del suo matrimonio.

Quindi la signora Cenname lavorava presso la clinica già un anno prima di essere uccisa?

Si (*Gemma Cenname, come poi ho saputo successivamente a questa intervista, fu assunta infatti presso la clinica "Villa del Pino" precisamente il 1 aprile 1972; n.d.r.).

Ha qualche ricordo di lei in merito agli ultimi giorni antecedenti al tragico assassinio? La vedeva magari preoccupata negli ultimi giorni?

Sfortunatamente non posso esserle d'aiuto su queste due domande perchè dopo 36 anni molti miei ricordi sono sfumati.

Ricorda qualcosa di quei 9 giorni (31 ottobre - 8 novembre 1975) nel corso dei quali la signora Cenname non si presentò più al lavoro e non dette più notizie di se?

Si, ricordo che in clinica ci preoccupammo tutti (Gemma Cenname aveva fatto l'ultimo turno il 28 ottobre e doveva rientrare in servizio il 31 mattina per dare il cambio ad una sua collega, la signora Giuseppina Maida; n.d.r.). Ci preoccupammo perchè la signora Cenname era una persona molto precisa sul lavoro e quindi ci chiedevamo come mai non stava più venendo a "Villa del Pino" e senza dare sue notizie.

Vi attivaste per saperne qualcosa?

Dopo qualche giorno telefonammo ai suoi parenti (*i Cenname; n.d.r.), facendo presente che la signora Gemma non si stava più recando al suo posto di lavoro e che non avevamo più notizie di lei (*fu infatti per questo motivo che l'avvocato Mario Zarrelli, nipote di Gemma Cenname, venne a sapere della mancanza di notizie della zia. Assieme alla moglie, Elisa Testa, e ad una sua cugina, Fausta Cenname, l'avvocato iniziò le ricerche: prima si recò in via Caravaggio per accertarsi di persona di questa mancanza di notizie; poi [utilizzando una copia di chiavi posseduta da sua madre, Evelina Cenname, sorella di Gemma] si portò allo studio da ostetrica della zia, in via Mario Fiore, per vedere se, come d'accordo con i parenti di Domenico Santangelo da lui consultati, trovava un doppione delle chiavi dell'appartamento di via Caravaggio, evitando così di dover buttare giù la porta d'ingresso di casa Santangelo. L'avvocato si recò lì anche per mettere al riparo, su indicazione e consiglio di sua cugina Fausta Cenname, alcuni documenti della zia Gemma [trascorsi passionali della donna] per ragioni di privacy; infine si recò in Questura a denunciare la strana e misteriosa circostanza. Tornò in via Caravaggio con i funzionari della Mobile di Napoli e con i vigili del fuoco, scoprendo anche lui l'orribile strage; n.d.r.) - (*prima che fossero contattati telefonicamente i parenti della Cenname, il direttore della clinica inviò una infermiera in via Caravaggio. L'infermiera chiese informazioni al portiere del palazzo in cui abitava la signora Cenname e questi disse che forse i Santangelo erano andati fuori perchè non vedeva parcheggiata nel garage condominiale l'auto di Domenico Santangelo, il marito della Cenname; n.d.r.) 

La notizia della strage che reazioni vi suscitò?

Rimanemmo scioccati. Era una cosa che nessuno di noi avrebbe mai potuto immaginare.

La ringrazio ancora una volta per la sua collaborazione signora Capuozzo.

Grazie a lei.

Daniele Spisso

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