giovedì 31 maggio 2012

Archivio video sul caso della strage di via Caravaggio (1999 - 2012)

Gentili lettori, questo post è dedicato alla concentrazione di tutti i servizi televisivi andati in onda [o ai contributi video preparati per il web e pubblicati attraverso il web] tra il 1999 ed il 2012 sul caso della strage di via Caravaggio. Buona visione (Daniele Spisso)

http://www.youtube.com/watch?v=fpyHoq6ggRw (Blu notte - Raitre - 23 giugno 1999 - prima parte)

http://www.youtube.com/watch?v=MGK3LvuSGlo (Blu notte - Raitre - 23 giugno 1999 - seconda parte)

http://www.youtube.com/watch?v=eev8hVPX4Cg (Blu notte - Raitre - 23 giugno 1999 - terza parte)

http://www.youtube.com/watch?v=mQjs0gyWz-U (Blu notte - Raitre - 23 giugno 1999 - quarta parte)

http://www.youtube.com/watch?v=atIJW3uJ_wk (Blu notte - Raitre - 23 giugno 1999 - quinta ed ultima parte)

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http://www.youtube.com/watch?v=xSJGWDrEVaU&feature=related (Chi l'ha visto? - Raitre - 2 maggio 2012 / le interviste rilasciate da Tino e Cristina Simonetti sono state registrate il 3 febbraio 2012)

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http://www.youtube.com/watch?v=3lu2B796TXU (Unomattina - Raiuno - 31 maggio 2012 / l'intervista rilasciata da Tino Simonetti è stata registrata il 29 maggio 2012)

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http://www.youtube.com/watch?v=KCv2XXY24oc (video preparato dal blog "Delitti e vecchie storie" - pubblicato in You Tube il 30 maggio 2012)

Unomattina e il suo contributo sul caso della strage di via Caravaggio

Anche Unomattina ha dato un essenziale e bel contributo sul caso della strage di via Caravaggio, stamane. Sono molto contento. Ringrazio moltissimo il teste Tino Simonetti per l'importante apporto che ha dato anche a Unomattina su questa terribile vicenda che grida giustizia da tutte le parti e per aver citato il DNA come fondamentale nuovo strumento d'indagine sui reperti della scena del crimine. Continuo ad augurarmi che qualche familiare delle vittime (di Domenico Santangelo, in particolare), ancora vivo, possa farsi avanti verso chi di competenza per esternare il proprio interesse nella riapertura delle indagini e per volerle seguire da vicino. Perchè è molto importante che ciò accada: in un certo senso, infatti, anche l'interesse dei familiari delle vittime è necessario per stimolare e accellerare nuove indagini.

Daniele Spisso

mercoledì 30 maggio 2012

Unomattina 31 maggio 2012 (salvo rimandi)

Gentili lettori, domani il programma televisivo "Unomattina", in onda su Raiuno, potrebbe occuparsi del caso della strage di via Caravaggio. E' prevista una nuova intervista televisiva rilasciata di recente da Tino Simonetti, un testimone (all'epoca 11enne) che abitava nel palazzo del delitto Santangelo proprio nel 1975 e che oggi, come già è successo con Chi l'ha visto? lo scorso 2 maggio, riporta in attualità le utili ed interessanti dichiarazioni che rilasciò all'epoca agli inquirenti sua madre, Caterina Simonelli (colei che dal suo appartamento, sito in posizione sottostante alla casa delle vittime, udì, la notte del 30-31 ottobre, inquietanti rumori compatibili con le azioni dell'assassino) e porta in attualità i drammatici ricordi personali che lui ha dei giorni successivi alla scoperta della strage, caratterizzati da un clima che (per la ferocia di un delitto così misterioso) in tutta Napoli aveva suscitato allarme e in via Caravaggio aveva suscitato autentica paura.

Daniele Spisso

mercoledì 9 maggio 2012

Passaggi verbali d'interrogatorio (1975) dei coniugi De Lillo, conoscenti di Gemma Cenname


-Bruno De Lillo [*professione: Generale medico]

L'anno 1975, addì 11 del mese di Novembre negli uffici della Squadra Mobile della Questura di Napoli. -

Innanzi a Noi sottoscritto Sost. Proc. dott. I. Ormanni è presente: DE LILLO Bruno fu Aurelio e di Teresa Montanaro, nato a Caserta il 16.4.1912, domiciliato in Napoli Via Lepanto n. 111, il quale interrogato risponde:

"Sono parente largo della famiglia Cenname e comunque con la signora Gemma sia mia moglie che io abbiamo avuto rapporti molto frequenti con la Gemma anche perchè ha assistito come ostetrica le mie figlie. Ricordo che mi fece conoscere il Santangelo prima del matrimonio per chiedere un parere a me ed a mia moglie e ricordo anche che non ricevetti un'ottima impressione da questa conoscenza. Successivamente e cioè da quattro a cinque mesi a questa parte la Cenname era in uno stato di tensione particolare, mi parlò spesso delle sue perplessità in merito ai guadagni del marito e del fatto che la casa veniva frequentata da persone che non le piacevano molto. Mi parlò addirittura della sua determinazione di separarsi ed a mio giudizio avrebbe già preso da tempo questa decisione se non fosse stata trattenuta dal pensiero dei pettegolezzi che sarebbero sorti nel suo paese di origine. Ricordo anche che aveva timore di essere privata dei suoi gioielli, tanto che dietro sue insistenze nel mese di luglio di questo anno io l'accompagnai presso l'Agenzia n. 18 del Banco di Napoli (*viale di Augusto 5/7, Napoli; n.d.r.) per farle aprire una cassetta di sicurezza ed un conto corrente. Ricordo perfettamente che quel giorno entrò in banca con la borsa che portava sotto il braccio e in un momento in cui mantenni io la borsa vidi che c'erano dei titoli ed un involto che conteneva degli oggetti. Dedussi che questi oggetti fossero i gioielli che lei voleva custodire dato che non entrai nel locale delle cassette di sicurezza. Fatto sta che al termine della operazione, lei mi disse che si sentiva più tranquilla ed anzi aggiunse che voleva portare in banca anche la sua argenteria e addirittura la biancheria di maggior valore. Su queste due ultime cose io cercai di dissuaderla o comunque di ritardare quanto meno la faccenda per evitare che il marito e la figliastra potessero avere delle reazioni poco piacevoli [...] Mi risulta che per due volte a casa di Gemma in Via Mario Fiore ci sono stati tentativi di effrazione; una volta prima che lei si sposasse con il Santangelo e l'altra volta dopo il matrimonio, per cui lei e il Santangelo trasportarono tutta la biancheria da Via Mario Fiore a Via Caravaggio. Penso che il matrimonio sia avvenuto il 28 ottobre 1974.-

Letto, confermato e sottoscritto."

NOTA: [...] risulta (da un documento della Questura di Napoli allegato al verbale del teste De Lillo; n.d.r.) che la ostetrica (Gemma Cenname; n.d.r.) dette (all'agenzia 18 del Banco di Napoli; n.d.r.) l'indirizzo di via Mario Fiore per nascondere il deposito dei danari ed il noleggio della cassetta di sicurezza al marito e non ad altri.



-Ada Ianniello [*la teste ebbe un ultimo contatto con Gemma Cenname proprio la sera della strage, il 30 ottobre 1975. Si sentirono al telefono alle ore 21:00. La teste riferì di aver sentito la Cenname serena e tranquilla quella sera]

L'anno 1975, addì 11 del mese di Novembre negli uffici della Squadra Mobile della Questura di Napoli. -

Innanzi a Noi sottoscritto Sost. Proc. dott. I. Ormanni è presente la signora: IANNIELLO Ada, in DE LILLO, fu Giuseppe e fu Amalia Acciavatti, nata a Caserta il giorno 11.8.1919, dom/ta in Napoli Via Lepanto n. 111, la quale opportunamente interrogata risponde:

"Sono stata in rapporti molto stretti con Gemma Cenname anche perchè ha assistito al parto delle mie figlie. Ricordo che ci presentò il Santangelo prima del matrimonio e ne ricevetti l'impressione di un uomo taciturno e molto riservato. Poichè la Gemma a volte si confidava con me nei primi mesi di questo anno mi disse che le cose tra lei e il marito non andavano molto bene e che voleva separarsi (*anche un amico di vecchia data di Domenico Santangelo, Federico Corrado [che vide il Santangelo l'ultima volta proprio il 30 ottobre 1975 mattina], dichiarò, dopo la scoperta della strage di via Caravaggio, che il Santangelo gli confidava negli ultimi tempi che i rapporti con la seconda moglie si erano fatti tesi e che quindi non erano dei più felici. Corrado aggiunse che circa 15 giorni prima del tragico fatto, Domenico Santangelo gli confidò che stava pensando di dividersi da Gemma Cenname; n.d.r.) anche perchè non riusciva a capire quanto guadagnasse il marito e come ed anche perchè si sentiva estranea sia al marito che alla figliastra i quali invece erano molto legati tra loro. Negli ultimi quattro-cinque mesi era stata presa dal timore di perdere la sua roba, per cui aveva cercato di metterla in salvo e tramite mio marito riuscì ad ottenere una cassetta di sicurezza al Banco di Napoli. Ricordo che l'accompagnai ad aprire contemporaneamente un conto corrente ed a portare della roba nella cassetta che io non vidi ma che sapevo consistere in titoli e gioielli. Ricordo ancora che ai primi del mese di ottobre mi chiese di accompagnarla ancora in banca per tagliare delle cedole a quanto ricordo ed io risposi che non potevo accontentarla poichè il giorno ero stata alla partita di calcio ed avevo la febbre. Quindi credo che il discorso sia avvenuto il lunedì. Voi mi dite che la cassetta di sicurezza è vuota e ciò mi sembra molto molto strano perchè non credo che dopo aver fatto tanto per ottenere la cassetta proprio per custodirvi i gioielli li abbia poi tolti di nuovo senza alcun motivo e così breve distanza di tempo [...] Per quanto riguarda i tentativi di furto in Via M. Fiore (*la Cenname, in via Fiore, possedeva una pistola e dei bossoli - evidentemente per difesa personale dopo un primo tentativo di furto nel suo studio privato di ostetrica; n.d.r.) ricordo che la Gemma ne subì uno prima di sposarsi, forse due anni prima del matrimonio, e l'altro nei primi mesi del 1975, tanto che portò la sua roba in Via Caravaggio.

Fatto, letto e sottoscritto."

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L'anno 1975 addì 12 del mese di novembre negli Uffici della Squadra Mobile della Questura di Napoli, alle ore 18.-

Innanzi a noi sottoscritto Sost. Proc. dr. Italo Ormanni è presente IANNIELLO Ada, già in altri atti generalizzata, la quale nuovamente interrogata dichiara/-

"Riconosco dai gioielli che mi vengono mostrati alcuni che io ho visto per abitudine ad indossare da Gemma Cenname od altri che ho regalato lo stocco in varie occasioni.- Non vedo tra essi alcuna catena e un anello in oro con pietra intercambiambile.-

Letto confermato e sottoscritto.-"



Daniele Spisso




martedì 8 maggio 2012

Intervista all'avvocato Lucio Migliarotti



Pubblico il testo di una intervista che mi ha recentemente rilasciato l'avvocato Lucio Migliarotti. L'avvocato Migliarotti svolgeva, 40 anni fa, l'incarico (da lui assunto nel 1965) di consulente legale per il Villaggio Lauro ed ebbe modo di conoscere Domenico Santangelo, dipendente del Villaggio Lauro tra l'inizio degli anni '60 e l'inizio degli anni '70.



-Buongiorno avvocato. La ringrazio per aver deciso di concedermi cortesemente questa intervista.

Grazie a lei.

-Avvocato, può spiegare di cosa si occupava esattamente Domenico Santangelo per conto del Villaggio Lauro?

Domenico Santangelo occupava un ufficio (nel quale vi erano anche due collaboratori, mi sembra di ricordare che si chiamassero Angelo e Carlo) che si trovava in un edificio sito tra via Terracina e via Giacomo Leopardi, a Napoli. E' nel quartiere di Fuorigrotta, nel cuore del rione Lauro. Questo ufficio gestiva l'amministrazione condominiale di 83 palazzine del rione Lauro. Quindi tra le varie attività che facevano capo ai compiti di Santangelo c'erano anche il rinnovo fitti e la segnalazione di morosità.

-Per quel che lei ricorda, come erano i rapporti tra il Santangelo e i suoi colleghi e datori di lavoro?

Non ho mai saputo di lamentele giunte nei confronti di Santangelo. Si limitava al suo lavoro e lo svolgeva in maniera ligia. In una occasione, ricordo che il Santangelo si candidò anche come consigliere comunale presentandosi con "Destra nazionale", il partito politico al quale aveva aderito l'armatore Achille Lauro. Non fu eletto però si prese lo stesso una bella soddisfazione: mi pare che raccolse 1.100 o 1.150 voti di preferenza nel solo rione Lauro. Anche noi fummo molto contenti di questa cosa e ci congratulammo felicemente con lui.

-Per come lo ha conosciuto, avvocato, cosa può dirci sulla persona di Domenico Santangelo?

Era una persona gentile e signorile. Un buon uomo. Veramente una brava persona. Una persona per bene. Non ho mai dubitato della sua onestà e correttezza e non ho mai avuto, neanche lontanamente, il sospetto o l'impressione che lui potesse essere una persona dalla doppia vita o che comunque potesse nascondere qualcosa di misterioso.

-Qualche volta, avvocato, sono state fatte delle vaghe ipotesi: c'è chi ha pensato (in passato) che ad esempio il Santangelo operasse dei prestiti in favore di qualcuno.

Personalmente lo escludo. Domenico Santangelo si accontentava della sua condizione finanziaria, lo vedevo come uno che viveva in maniera felice e per quel che mi risulta faceva una vita modesta. E non ritengo che maneggiasse grosse cifre di denaro con il suo lavoro: riscuoteva fitti che non arrivavano a più di 20.000 lire massimo dell'epoca. E non girarono mai voci su di lui che potessero riguardare tentativi di corruzione, accettati, nei suoi confronti (eventualità non infrequente per chi si occupa di attività di questo tipo). Quindi le lascio immaginare che persona era.

-Avvocato, si diceva che il Santangelo era un pò millantatore. Voleva dare a credere di essere più di quel che era. Lei, per come lo ha conosciuto, cosa può dirci al riguardo?

Escludo anche questo sinceramente. Era una persona signorile, che vestiva bene, aveva parentele importanti (il suo patrigno era vice questore, da quanto ricordo) ma non millantava nulla sul suo posto di lavoro. Certamente è inevitabile che chi si occupa di una attività come quella di amministratore di condominio si sente rivestito di un certo ruolo di responsabilità e quindi si può anche sentire importante sotto certi punti di vista. Ma il Santangelo non era tipo da millantare qualcosa, per come l'ho conosciuto io. Qualche volta noi del Villaggio Lauro lo chiamammo "dottore" (ad esempio quando ci congratulammo con lui per i voti di preferenza presi quando si candidò come consigliere comunale), anche se non aveva conseguito la laurea, ma in modo affettuoso, per amicizia.

-Avvocato, verso il 1972 (lei tra l'altro fu anche sentito negli uffici della Squadra Mobile di Napoli, il 2 dicembre 1975, su questo episodio specifico) il rapporto di lavoro tra Domenico Santangelo e il Villaggio Lauro si interruppe però. I funzionari della ragioneria della flotta Lauro rilevarono un ammanco di cassa e il genero dell'armatore Achille Lauro, il comandante Dufour, invitò Domenico Santangelo a chiarire la circostanza (evidentemente sospettava di lui). Dopo tale invito, il Santangelo presentò invece una lettera di dimissioni e andò via. Lei può chiarirci meglio questo episodio?

Sfortunatamente no. E non perchè i miei ricordi sono sbiaditi ma perchè non ho conosciuto nei dettagli questo episodio. Posso solo dirle che talvolta il Santangelo mi telefonava e mi portava a conoscenza di alcuni contrasti avuti con il Dufour, dicendomi di essere stato trattato male da lui e chiedendomi di intervenire per aggiustare la situazione. Per il resto, posso solo dirle che è un episodio che mi meraviglia perchè il Santangelo era una persona molto corretta e molto onesta e anzi mi contattava spesso per segnalarmi le morosità degli inquilini dei palazzi del rione Lauro. Tant'è vero che non mi sembra che emersero prove per poterlo accusare di questo ammanco di soldi. Può anche darsi che lui volle lasciare l'incarico dopo l'invito del comandante Dufour perchè si sentì offeso per essere stato raggiunto da un sospetto così grave.

-Lei ha avuto modo di conoscere anche i familiari di Domenico Santangelo?

Una volta lo vidi assieme ad una ragazzina che penso fosse la figlia, Angela. Angela all'epoca poteva avere 13, 14 anni. La riconobbi poi attraverso le foto sui giornali, quando uscì la notizia della strage.

-Dopo la fine del rapporto di lavoro tra il Santangelo e il Villaggio Lauro, lei ebbe ancora modo di sentire o di vedere il signor Domenico?

No.

-Come venne a conoscenza del tragico accaduto?

Una mattina stavo rientrando o uscendo da un palazzo e fui raggiunto da un mio amico che mi fece leggere un giornale con questa notizia della strage. Mi disse "Hai visto cosa è successo?". E una delle vittime era appunto Domenico Santangelo.

-Ne parlaste al Villaggio Lauro?

Si. Rimanemmo tutti sconvolti e molto dispiaciuti per Santangelo. Ricordo che tutti dicemmo "Povero Domenico, non se lo meritava. Non meritava una fine così".

-Lei che opinione ha su questa strage? pista-"affaristica" o pista-"privata"?

Non penso a motivi che possono avere a che fare con soldi, interessi finanziari ecc. . Escludo che Domenico Santangelo potesse essere rimasto coinvolto in storie oscure di soldi e affari. Penso ad una pista privata.

-Un'ultima domanda avvocato: a detta di un addetto ai lavori del caso (l'avv. Mario Zarrelli; n.d.r.) nell'appartamento del triplice delitto, furono rinvenuti, sul pavimento del salotto, alcuni frammenti di vetro provenienti da occhiali per la vista. Questo farebbe pensare che quei frammenti provenissero da occhiali per la vista, fissi, che portava l'assassino. Anche perchè gli occhiali di Domenico Santangelo furono ritrovati intatti. Che lei ricordi, il Santangelo portava occhiali per la vista fissi o no?

Faceva uso di occhiali per la vista ma non fissi. Gli occorrevano solo per leggere. Ricordo infatti che qualche volta gli mostrai dei documenti da sottoporre alla sua lettura e lui di proposito prese degli occhiali da vista e se li appoggiò sulla punta del naso per leggere quei documenti.

-Grazie avvocato.

Grazie a lei.

Daniele Spisso




giovedì 3 maggio 2012

2 maggio 2012 - Chi l'ha visto? su La strage di via Caravaggio

Gentili lettori, ieri sera la trasmissione televisiva Chi l'ha visto? ha mandato in onda i servizi tanto attesi sul triplice delitto di Napoli, il massacro dei Santangelo nel 1975. E' stata una iniziativa molto importante perchè è più che necessario non solo riportare attenzione su questa vicenda troppo dimenticata ma anche permettere alla mia generazione (e a quelle future) di conoscere a fondo questa tragica e scioccante storia. Far conoscere la storia di Domenico, di Gemma, di Angela e del loro cagnolino Dick. Una storia che grida giustizia da ogni parte, perchè in via Caravaggio e nella memoria della gente resta l'orribile ricordo di una famiglia massacrata in maniera spaventosa e vigliacca e resta la figura di un assassino che è esistito o che esiste ancora e che all'epoca e fino ad oggi l'ha fatta franca. Una strage impunita dunque. E non può essere ancora così. Questa strage deve essere punita.

Il mio augurio è che, adesso, si faccia avanti qualcuno per dare un contributo su questa vicenda. Un contributo che magari fino ad oggi non è mai arrivato. Ogni dettaglio può essere importante, fondamentale. Chi sa e ha avuto paura di qualcosa in passato, abbandoni adesso questa paura e parli.

Mi auguro naturalmente che anche i parenti ancora in vita di Domenico Santangelo si facciano avanti per rendersi disponibili ad una eventuale costituzione di parte civile in un procedimento per la ricerca della verità.

E spero che la Procura della Repubblica di Napoli si senta adesso più motivata, più incoraggiata, più convinta a fare un nuovo tentativo per dare finalmente un nome ed un cognome ad un tizio che, a buon diritto, ancora oggi merita di essere definito "il Mostro di via Caravaggio".

Daniele Spisso