martedì 22 aprile 2014

L'avv. Mario Zarrelli scrive al giornalista de Il Mattino Giuseppe Crimaldi



 "I misteri di via Caravaggio - Avvocato Mario Zarrelli - Napoli":

In relazione all'articolo "Strage di via Caravaggio, è svolta: in un telo il DNA dell'assassino" pubblicato su Il Mattino in data 10/04/2014, intendo precisare che per "le indagini coordinate dal Pm Italo Ormanni", che portarono all'arresto di un innocente, Domenico Zarrelli, lo Stato italiano è stato condannato, con sentenza della I Sezione Civile del Tribunale di Napoli n. 10352/04 confermata in Appello ed in Corte Suprema di Cassazione, al risarcimento dei danni (che è cosa diversa dall'indennizzo per errore giudiziario) per una serie di condotte di frode e di dolo poste in essere dal Pm, sentenza che le invio in allegato. Inoltre,

1) "L'assassino prima stordisce le vittime con un corpo contundente mai ritrovato (vedremo il perchè n.d.r.) e poi le massacra sgozzandole con un coltellaccio da cucina". La difesa, in proposito, ebbe a dimostrare che, per lo sgozzamento, fu adoperato non un "coltello da cucina", ma un coltello a serramanico (cd molletta), come risultava dalla comparazione di tale arma bianca con un'impronta sul tavolo della cucina.

2) Si assume chi può essere arrivato a tanto? "Un parente". Così insinuando che fondatamente venne ritenuto responsabile del delitto Domenico Zarrelli, il che è deplorevole.

3) Si assume altresì che "le indagini coordinate dal pm Italo Ormanni arrivano ad una svolta 4 mesi dopo e culminano nell'arresto di Domenico Zarrelli, 33 anni, nipote della Cenname. Su di lui convergono alcuni indizi": -"frequentava casa Santangelo".

Ciò è assolutamente falso in quanto risultò dall'istruttoria formale che Domenico Zarrelli era stato perfino assente ai festeggiamenti delle nozze della zia con il Santangelo, nonostante gli stessi fossero avvenuti nell'abitazione del fratello, avv. Mario.

-"presentava degli strani segni puntiformi alle mani". La difesa, nella primissima fase delle sommarie indagini, chiese e ottenne dal pm una perizia eseguita sulle mani del sospettato. Il responso fu, ad usare un'espressione eufemistica, "farisaico", come peraltro ritenuto nella sentenza di assoluzione. I periti dissero infatti che i "segni puntiformi" erano compatibili, sia con la caduta di Domenico Zarrelli mentre spingeva dal retro la sua pesante Lancia Flaminia Touring, carrozzata Farina, sia con l'uso di un corpo contundente che avesse delle asperità. Fu così che, dopo che il giudice istruttore, dr. Felice Di Persia, ebbe ad eseguire "clandestinamente" un sopralluogo nella casa della strage, sparì una Fortuna Bendata, statuina che non aveva alcuna asperità e che, in occasione della scoperta del delitto, risultò fotrografata dalla Polizia Scientifica. Il Di Persia trattenne per sè le chiavi per circa 15 giorni. Se le era fatte consegnare dal notaio, dr. Luciano Di Transo, nominato per l'inventario dei beni, professionista che confermò nel dibattimento sia tale circostanza che la sparizione (misteriosa) del corpo contundente.

-"Mimmo era alla continua ricerca di soldi che gli servivano a fare la bella vita". Ciò è falso. Era ormai figlio unico: i suoi due fratelli, professionisti, uno avvocato e l'altro medico chirurgo, non gravavano più sul bilancio familiare del padre, alto Magistrato la cui pensione era più che sufficiente alla "bella vita" di Domenico Zarrelli.

4) Devo infine precisare che in danno di Domenico Zarrelli, oltre alle condotte di dolo e di frode ascritte al pm e riconosciute in sede civile, va aggiunto il grave reato di "frode processuale" consumato da due marescialli dei carabinieri, tali Iannotti e tale Razzano, al servizio del Di Persia: il tutto accertato nella richiamata sentenza civile di condanna dello Stato al risarcimento dei danni in favore di Domenico Zarrelli, ed alla quale faccio espresso riferimento, sentenza a suo tempo non pubblicizzata per il rispetto che è dovuto a magistrati sereni, non deviati e non assetati di carriera.

5) Per concludere si fa notare che la Corte di Appello di Potenza, che assolse Domenico Zarrelli con formula piena, nella motivazione della sentenza ritenne che in danno dell'imputato vi era stata una "una oscura regia" e, per rendere giustizia ad un innocente e alla sua nobile famiglia, scrisse che, accanto alle tre vittime della strage, Domenico Zarrelli ed il fratello, avv. Mario, dovevano essere considerati rispettivamente la quarta e la quinta vittima di quel grave delitto.

*La risposta del dott. Giuseppe Crimaldi all'avv. Mario Zarrelli:

Che nella vicenda della strage di via Caravaggio vi sia stata un'occulta regia è fin troppo evidente. Lo è talmente da averci indotto a raccontare gli sviluppi della riapertura di un caso rimasto irrisolto, alla luce della decisione della Procura di Napoli che ha disposto nuove indagini. Prendiamo atto delle "precisazioni" dell'avvocato Mario Zarrelli, che tuttavia nulla smentiscono rispetto a quanto pubblicato. E restiamo convinti che l'accertamento della verità sul mistero di una strage rimasta senza colpevoli rientri nel dovere di informare i lettori senza per ciò stesso ledere il diritto di chi sia definitivamente e irreversibilmente stato dichiarato innocente con una sentenza passata in giudicato.




mercoledì 16 aprile 2014

Una lettera anonima dietro la svolta nelle indagini

Gentili lettori,
pubblico (a seguire) un terzo articolo recente sul caso della Strage di via Caravaggio (i primi due sono stati pubblicati il 10 e il 15 aprile su Il Mattino). E' firmato anch'esso dal giornalista de Il Mattino di Napoli dott. Giuseppe Crimaldi ed è stato pubblicato nel portale d'informazione "Il Napoletano.org" due giorni fa (14 aprile).

L'articolo rivela che, in realtà, c'è stata una lettera anonima dietro la recente svolta nelle indagini sul massacro della famiglia Santangelo. Come scoprirete voi stessi, leggendo il testo, un anno fa è giunta alla Procura della Repubblica di Napoli una comunicazione anonima: l'autore ha invitato la magistratura inquirente a cercare dei reperti in particolare e a farli analizzare. La Procura, verificato il contenuto della stessa e dopo aver scoperto l'esistenza dei reperti in questione, ha disposto indagini scientifiche moderne sugli stessi, eseguite dalla Scientifica della Polizia di Stato. Analisi di laboratorio che hanno condotto un anno fa ad un risultato e quindi ad un esito positivo.

Esito positivo adesso noto all'ufficio del dott. Raffaele Tufano, Sostituto Procuratore di Napoli: la svolta preannunciata dal giornalista investigativo Fabio Sanvitale tra novembre e dicembre 2013 e ufficialmente confermata dal giornalista di cronaca giudiziaria Giuseppe Crimaldi nel corso di questo mese (aprile 2014).

Daniele Spisso

*Link articolo:

http://ilnapoletano.org/2014/04/strage-di-via-caravaggio-perche-si-tace-sul-dna/